giovedì 24 gennaio 2013

Chi è lo stupido?

Dio è il Signore dell'intero universo, perchè è il Creatore e il datore della vita. Noi siamo suoi, siamo stati tratti dal ulla, e grazie all'amore di Dio abbiamo la vita presente e siamo eredi della vita eterna. Siamo stati creati in un pensiero d'amore del Padre, il quale ci aspetta nel suo Regno per essere con Lui, il Figlio e lo Spirito Santo, una sola famiglia.
Di fronte a questa prospettiva il peccato, il rifiuto deliberato di Dio manifestato nell'opposizione alla sua volontà, non è  - come vorrebbe il demonio - espressione della nostra libertà, ma solo la dimostrazione di una stupidità e ingratitudine senza pari. Infatti la volontà di Dio non è la tirannia di un padrone spietato, ma il consiglio benevolo di un Padre che vuole indicarci come realizzare pienamente e senza errori la nostra esistenza.
L'esercizio dell'ubbidienza, ai genitori, alla Chiesa, ai superiori, non è quindi roba medievale, ma una sana disciplina per mettere le briglie al nostro io scalpitante e stupido, per essere più liberi - nel senso corretto del termine - ovvero più capaci di scegliere il bene ed esserne fedeli.

Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

domenica 20 gennaio 2013

Il Dio della festa e altre invenzioni

Si sente spesso nelle omelie dei nostri preti l'espressione "Dio della festa", accompagnata dall'altra: "Dio della gioia".  Cosa voglia dire lo sanno solo loro.
La Messa è un'altra cosa
La festa è un momento di tempo in cui si celebra un'occasione lieta, come un banchetto di nozze. Per i cristiani il banchetto per eccellenza è quello eucaristico, in cui si celebrano le nozze tra Cristo e la Chiesa, cioè tra Dio è ogni anima salvata perchè aperta alla grazia. Questo matrimonio si estenderà poi nell'eternità, in cui la goia sarà piena, totale e definitiva. Ma non bisogna confondere i fedeli: la festa è tale solo se all'invito dello sposo c'è  la risposta positiva della sposa, ovvero se all'annuncio del Vangelo gli uomini rispondono con la loro piena adesione. La festa c'è se si celebrano le nozze. Se uno va in chiesa perchè Gesù è il Dio della festa (ovvero solo per battere le mani durante i canti), ma poi non assume il ruolo della sposa, che è quello di abbandonare la propria vita precedente, uscire di casa, ricominciare un'esistenza trasformata. insomma convertirsi, "Dio della festa" è solo un'espressione vuota, insignificante, seduttiva e in ultima analisi ipocrita.

Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

mercoledì 16 gennaio 2013

La guerra cristiana

Io sono venuto a portare la spada
Quello che  a noi cristiani spesso sfugge è che la fede in Gesù non è né placida né pacifica. Il vangelo invita alla guerra, al sangue e a scelte integrali e scomode. Quello che invece ai non credenti sfugge è che la guerra cristiana non si combatte contro gli uomini, ma contro ciò che allontana dal Cristo. Un fedele cristiano  combatte la sua battaglia innanzitutto contro se stesso e i propri egoismi - perché l'egoismo allontana da Dio e dall'amore - poi contro il peccato e le tentazioni. La guerra cristiana è a favore dell'uomo, a favore della sua libertà, non cerca predomini  potere, controllo. Questi sono gli scopi delle guerre umane, combattute distruggendo e sottomettendo. La guerra cristiana è una guerra spirituale, vissuta nel silenzio della preghiera e nel servizio dell'azione. Se il sangue viene sparso è solo quello degli stessi cristiani, come dimostrano i milioni di martiri innocenti uccisi per la fede. Certo, i cristiani spesso sono scomodi perché annunciano la verità, e il mondo preferisce vivere nell'errore. I cristiani si oppongono con forza a chi propone scelte politiche o economiche che vanno contro Dio, ma sempre nel rispetto della libertà umana che può negare Dio e la sua legge inscritta nella coscienza di ogni uomo. Ma se i cristiani sono fermi e non cercano compromessi nell'annunciare la verità lo fanno per amore di Dio e dell'uomo, perché ogni persona possa ritrovare nella fede la ragione della speranza e il rinnovamento della sua vita. Inevitabilmente dire si a Dio implica dire no a tutto ciò che nega Dio, ma questa non è intransigenza o fondamentalismo, è la coerenza di chi avendo trovato una perla preziosa vende tutto ciò che possiede per acquistarla. Se questa è guerra, benedetta sia questa guerra.

Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

mercoledì 9 gennaio 2013

I nostri occhi lo han veduto

La ricerca di Dio è l'attività più nobile e importante che un uomo possa affrontare. Perché la convinzione della sua esistenza  o della sua non esistenza  ricade su tutta la visione della vita e del destino eterno, e se Dio esistesse, entrare in relazione con Lui diventerebbe prioritario. Quindi una persona sana di mente non può non porsi il problema di  Dio.
In effetti nei millenni non c'è stata nessuna cultura umana che non abbia avuto una sua forma di religione, cioè che non abbia sviluppato una sua particolare modalità di credere e di relazionarsi con il divino. E' insito nel cuore dell'uomo il senso del sacro, e il richiamo dell'Eterno arriva a chiunque non sia completamente imbestialito, cioè regredito a livelli animaleschi in cui si è guidati solo dall'istinto e dalle proprie passioni incontrollate. Ma avere il richiamo del sacro e costruirsi una propria immagine di Dio non è sufficiente. Infatti l'immagine può non corrispondere e il richiamo può non venire da Dio, ma essere un prodotto  del nostro inconscio. Insomma, il rischio è che la religione spontanea sia una creazione totalmente lontana da un vero culto dato al vero Dio, e magari diventi semplicemente un'adorazione fatta dall'uomo a se stesso. 

La condizione umana sarebbe quindi terribile: affascinati dal sacro, ma dubbiosi su come viverlo, con un'idea di Dio, ma incapaci di verificarne i tratti, desiderosi di un al di là, ma angosciati da una possibile delusione. 

Solo Dio attraverso una sua rivelazione poteva rischiarare le tenebre nelle quali gli uomini si dibattevano. E questo ha fatto. Prima ha condotto il popolo ebraico ad una progressiva conoscenza di Lui attraverso la Legge e i Profeti, alla maturazione dei tempi poi, nel Figlio Gesù ha preso corpo e volto e ha fatto sentire la sua Parola definitiva. Così Dio stesso ha mostrato la sua esistenza, il suo nome e il culto dovuto. Attraverso il più bel riassunto possibile, suo Figlio prediletto.
Dall'Incarnazione in poi qualunque uomo che vuole sfamare il suo desiderio di Dio può farlo con sicurezza, attingendo al Cuore di Cristo, lì dove trova il nome stesso di Dio: Amore infinito.

  
Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

domenica 6 gennaio 2013

Epifania

L'Epifania ci invita ad adorare Gesù, e a metterlo al centro della nostra vita, perchè Egli è Dio, Egli è il compimento, l'origine, e la ragione di tutto.



Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

mercoledì 2 gennaio 2013

La Bibbia dei bambini e degli adult(eri)

Nelle librerie cattoliche, piene piene di libri religiosi e teologici, che spiegano fin nei dettagli le cose dello spirito ai cristiani maturi, proprio lì c'è anche l'immancabile reparto dedicato ai cristiani che dovranno diventare maturi, i bambini.
Se proveremo a chiedere in quel reparto qualcosa, tipo una Bibbia spiegata ai piccoli, con illustrazioni e linguaggio semplice, verremo sommersi dalle proposte editoriali. Bene, grande è l'offerta, grande l'attenzione per i bambini. Bene? Proviamo a sfogliare i libri.
La cosa che salta subito all'occhio non è il testo. Ovviamente, trattandosi di Bibbia gli episodi più gettonati sono sempre quelli, e anche il linguaggio - più o meno semplificato - grosso modo è quello. Ciò che colpisce sono le illustrazioni. Si notano sopratutto un paio di elementi (quelli più importanti della Storia della Salvezza): la figura  di Gesù e la crocifissione. Per quanto riguarda la figura, Gesù nella maggior parte dei libri non è distinguibile da tutti gli altri personaggi, né per abbigliamento, né per statura, e nemmeno per altri elementi. Questo da solo meriterebbe una bocciatura in qualsiasi esame di pedagogia. Qualsiasi persona che sa qualcosa di bambini sa pure che con questa scelta grafica si impone al cervello del bambino un messaggio, cioè che Gesù non ha nessuna particolarità, non si differenzia dagli altri uomini, non è speciale. Ovvero, con un segno di matita si nega la verità che Gesù è Figlio di Dio. Infatti a quell'età conta più la rappresentazione grafica che pagine fitte fitte di parole. E questo messaggio di banalizzazione rimane impresso nella psiche e nell'anima dei bambini anche quando diventeranno grandi (= cristiani maturi). Sempre nella figura di Gesù raffigurato in questi libri si nota il particolare del volto, disegnato con stile fumettistico, ma di fumetti di brutta qualità. Un volto insignificante, senza anima, né intensità, con espressioni ridicole e buffe. Insomma un pupazzetto a mala pena degno di un cartone giapponese di serie b. Che fascino deve emanare un Gesù di questo tipo sui nostri bambini? Che capacità di richiamo? Si potrebbe mai decidere di investire la vita su uno sgorbio come questo? 
Per un Dio così si può anche evitare di essere cristiani
Ma il massimo di questi libri lo troviamo nel capitolo della crocifissione. Assolutamente ipotetica. Nel senso che la maggior parte dei volumi non presentano un'immagine della crocifissione, al massimo - se va bene - una croce senza nessuno sopra. Per di più la croce è disegnata lontano, su una collinetta quasi immaginata più che tratteggiata. Insomma tutta la carnalità, la verità del Cristo morto per noi, viene censurata senza pietà. La morte di Gesù, il momento più alto della storia, la ragione della nostra speranza e della nostra liberazione, pudicamente nascosto come il grembo delle verginelle che amministrano le case editrici cattoliche. Non bisogna spaventare i bambini con la verità, hai visto mai che possano diventare cristiani veri? Bisogna renderli degli imbecilli che credono in un cristianesimo buonista, che si esaurisce tutto nel segno della pace a Messa, bisogna farli crescere cristiani adulti, cioè senza Dio, ma con tanto io, narcotizzato e rincretinito.


Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.