martedì 31 gennaio 2012

La Chiesa merita Amore

In questi giorni gli uomini di Chiesa stanno dando un pessimo spettacolo. Vescovi contro Vescovi, lettere di denuncia, preti catto/progressisti che predicano contro il lusso e se ne vanno in crociera, cattivi maestri, ecc. ecc.
Gli anticlericali e i nemici di Cristo stanno godendo un mondo, e stanno inzuppando il pane (e la penna) in questa desolazione, che rischia di oscurare il preziosissimo lavoro quotidiano di tanti e tanti religiosi che faticano per il Vangelo e la carità.
Molti vengono tentati ad unirsi al coro di critiche degli scandalizzati e ad allearsi al nemico. Ma è questa la via giusta?
Se nella Chiesa ci sono tante cose che non vanno la soluzione non è lasciare la Chiesa, ma migliorarla. E i mezzi li conosce lo Spirito Santo, e quando ci sarà da fare pulizia ci penserà il Signore.
Nonostante tutto, solo nella Chiesa si realizza il pieno incontro con Cristo. Noi non siamo protestanti, noi vogliamo una madre che sia di mediazione tra noi e Dio, e se vediamo nostra madre sporca e lacera, sosteniamola con le nostre preghiere, sacrifichiamoci per ridonarle quella dignità che le spetta, ma non abbandoniamola.
crocifisso
Francesco, và e ripara la mia casa



Questo è il momento di schierarsi: decisamente, coscientemente, stabilmente nella Chiesa. Altrimenti non possiamo dirci cristiani. I panni sporchi laviamoceli in casa, e soprattutto con l'acqua  santa.

sabato 28 gennaio 2012

Per ricordarci che non siamo perfetti

ESAME DI COSCIENZA SUI VIZI CAPITALI 

Schema tratto dalla penitenziale per i giovani in San Pietro alla presenza di Benedetto XVI da Libreria Editrice Vaticana

Perdona Signore i nostri peccati di SUPERBIA: le azioni che cercano solo la lode e l'approvazione della gente, l'ambizione, la ricerca di potere e di notorietà. Perdonaci per quando parliamo, diamo consigli, studiamo, lavoriamo, facciamo il bene solo in funzione di ciò che ne penseranno gli altri e per catturare la stima altrui. Perdonaci per quando esibiamo con vanità la bellezza fisica e le qualità dateci da Dio. Perdonaci per l'arroganza che nasce dalla superbia, per il desiderio di non dipendere da nessuno, e nemmeno da Dio, per il vittimismo con cui sappiamo darci sempre una giustificazione. Rendici umili. L'umiltà è la virtù che elimina tutte le passioni perché in essa noi ci rendiamo disponibili ad essere aiutati da Dio.

 Perdona Signore i nostri peccati di INVIDIA: l'ostilità, l'odio, l'idea che il male altrui possa essere bene per noi. Perdona l'egocentrismo che ci impedisce di desiderare il bene per gli altri e ci rende incapaci di amare, il malcontento e i contrasti generati dall'invidia. Liberaci dal rancore, dal tormento interiore, dall'insoddisfazione. Perdonaci quando vediamo tutto in funzione di noi stessi, quando non sappiamo mettere un freno ai desideri, quando chiamiamo l'invidia "sana competitività". Perdona i cedimenti a una società che alimenta continuamente l'ambizione, l'avidità e la vuota curiosità. Perdonaci quando desideriamo la roba d'altri e ci condanniamo all'infelicità. Aiutaci a contrastare l'invidia con il dono quotidiano di noi stessi per i fratelli.

Perdona Signore i nostri peccati d'IRA: i turbamenti del cuore, i sentimenti di avversione verso i fratelli quando sentiamo colpito il nostro io, l'animosità eccitata, l'aggressività del corpo, la sete di vendetta. Perdonaci quando l'ira soffoca la libertà, ci rende schiavi di noi stessi, toglie la pace interiore ed esteriore. Perdonaci la tentazione di "farla pagare" a chi ci ha umiliato, il piacere perverso del "far del male a qualcuno", i giudizi taglienti e la gratuita durezza verso gli altri, le mille giustificazioni dell'ira. Aiutaci a seguire la via suggerita dai padri:"il silenzio delle labbra pur nel turbamento del cuore", dato che "La medicina perfetta… sarà quella di essere prima di tutto ben persuasi che non ci è consentito adirarci mai e in nessun modo".

Perdona Signore i nostri peccati di ACCIDIA: il torpore, la pigrizia, l'abbattimento, la tristezza, la dipendenza e le crisi di astinenza da stimoli e piaceri esteriori che ci lasciano sempre tristi e vuoti. Perdonaci per la noia che a volte proviamo nel pregare e che ci spinge a cercare distrazioni, o ci lascia soli a parlare con noi stessi. Perdonaci quando l'accidia genera disgusto e noia per ogni attività sana e spirituale, per quando la stessa vita quotidiana si tinge di tristezza, svogliatezza, vittimismo e lagnanza. Perdonaci per la vita senza scopo, il tempo perso e la fuga dall'impegno quotidiano. Donaci il desiderio di reagire. Facci trovare una guida spirituale e fa' che accettiamo la disciplina dell'obbedienza, unica via per non essere sballottati come un corpo inerte in balia delle passioni.

Perdonaci Signore per i peccati di AVARIZIA: l'avidità, la brama di possedere, la fiducia smodata riposta nel denaro. Perdonaci se per avarizia lavoriamo di domenica, siamo disonesti, non diamo in elemosina, ci circondiamo di cose superflue. Perdona le conseguenze terribili della fame di soldi: liti familiari, ansie e falsi timori, tradimenti, frodi, inganni, spergiuri, violenza e indurimento del cuore. Perdonaci l'abitudine a essere insoddisfatti per ciò che abbiamo e bramosi di ciò che non ci è dato. Liberaci da lussi inutili, comodità e abitudini dispendiose. Perdona le ingiustizie della società, le drammatiche disuguaglianze tra paesi ricchi e poveri, le guerre, i disumani sfruttamenti e l'inganno delle coscienze prodotto da un sistema di accumulo e consumo che fa di tutto per eccitare la brama di possesso. Aiutaci a sottrarci all'influenza dei media e a fidarci di te, che rivesti i gigli del campo e non abbandoni gli uccelli del cielo.

Perdonaci Signore per i peccati di GOLA: il rapporto irrazionale con il cibo, i vizi del fumo, dell'alcool, delle droghe, la dipendenza che ci fa schiavi. Perdonaci se scambiamo per la libera scelta ciò che è solo condizionamento dell'abitudine, delle mode, della pubblicità. Perdonaci per la mente ottenebrata che si allontana anche dalla preghiera e dalle sane letture, per gli eccessi che ci rendono meno padroni di noi stessi e affievoliscono la capacità di autocontrollo. Insegnaci la capacità dell'astinenza, che disintossica il corpo e la mente. Aiutaci a scoprire i piaceri sani della vita, per essere capaci di amare i fratelli con la libertà e la gioia con cui tu hai amato noi.

Perdonaci Signore per i peccati di LUSSURIA, che ci fanno schiavi del sesso, e per il disordine morale che mette a rischio persone, famiglie e società. Perdona il cedimento a immagini proposte ad arte,a voci allusive, alla pornografia in video e in rete. Perdonaci la debolezza di fronte a piaceri tanto intensi quanto effimeri. Perdona la mentalità diffusa che si spaccia il disordine sessuale per conquista e fa credere che ogni istinto debba trovare immediata soddisfazioni. Facci comprendere che non è libero chi non ha il controllo di se stesso, chi si riduce al doppio gioco e alla menzogna, chi perde l'integrità morale e la pace, chi si chiude in se stesso. Perdona i danni gravi nella società: per il sesso si litiga, si minaccia, si uccide; la libidine alimenta uno stile di vita fatuo, degenera spesso nella prostituzione, nel ricatto, nella pedofilia... Aiutaci a custodire la castità nel cuore e nella mente, e a non avere rapporti sessuali prima o fuori del matrimonio, a evitare deviazioni e stravaganze. Insegnaci modestia e dignità nel vestire, custodisci sguardi e fantasie. Aiutaci a riscoprire la meraviglia della sessualità secondo Dio, nella cornice dell'amore coniugale, nell'atmosfera di famiglia e di tenerezza dove il sesso non è profanato e svenduto ma è sacra partecipazione al dono della vita.
Fonte: Libreria Editrice Vaticana, 2007 Pubblicato su BASTABUGIE n.229

mercoledì 25 gennaio 2012

Il mio io adorato

La tendenza innata nell'essere umano è quella che spinge verso l'egoismo, e la conseguenza naturale è la solitudine e il sospetto.

Quando ci comportiamo in maniera egoista, cioè il più delle volte, tendiamo ad avvicinarci agli altri solo per tornaconto personale, quindi non riusciamo mai a instaurare rapporti veri e sinceri. Siamo tutti assorbiti dalle nostre esigenze e ci chiudiamo. L'altro diventa un nemico, uno che ci può fare ombra, uno che può accampare diritti su ciò che desideriamo. Solitudine e sospetto, ecco i frutti dell'egoismo. L'altro rappresenta una minaccia, perciò senza rendercene conto scivoliamo in uno stato perenne di guerra, più o meno fredda.
 Questa guerra diventa progressivamente sempre più frammentata: da nazione contro nazione a regione contro regione, a città contro città, a gruppo contro gruppo, famiglia contro famiglia, uomo contro uomo. Fino al caos totale, in cui urlano solo gli istinti - che cercano soddisfazione immediata - e tutto il resto è un ostacolo da abbattere. Siccome pure dentro di noi si possono verificare conflitti d'interesse, la guerra diventa anche interiore, noi diventiamo i peggiori nemici di noi stessi e quindi scivoliamo verso l'autodistruzione.

Questo è il regalo dell'egoismo, frutto del peccato originale.

Adoramus Te
Gesù è venuto a portarci la medicina: l'amore. L'egoismo viene distrutto e neutralizzato da gesti concreti d'amore, in primis l'adorazione dell'Unico Dio, che ora possiamo compiere efficacemente per i meriti della Passione e Morte di Cristo. 

In Gesù c'è la piena liberazione umana. Oggi invece, mentre cresce un rifiuto radicale del Messia, l'umanità è esposta a infinite manifestazioni di guerre fratricide e di oppressioni. 

Se vogliamo la pace vera piantiamola con le ridicole bandiere arcobaleno e alziamo l'unico Vessillo per il quale vale la pena vivere e morire.

domenica 15 gennaio 2012

Di me si occupa mio Padre

Se Dio esiste ed è Padre,  allora non può non agire nella mia vita. Essendo Onnipotente, la sua zione non conosce limiti. Essendo Amore la sua azione è finalizzata solo al bene. Insomma, vuole amarmi, può amarmi, quindi mi ama.
E allora di cosa ho paura?
Devo avere paura solo della mia poca fede. Se credo, ciò che è bene accadrà.
Certo, quello che è bene secondo Dio non coincide sempre con quello che penso io. E i tempi di Dio non sono certo i miei tempi. Io voglio ciò che mi fa comodo, qui e subito, Dio mi da ciò che mi fa bene, dove e quando la sua Sapienza ha stabilito.
Allora tutto si riduce a pochi punti:
1. Devo chiedere a Dio ciò che è bene per me secondo la sua Sapienza, non secondo il mio egoismo.
2. Devo essere disposto ad aspettare quanto a Dio piacerà, senza voler imporre i miei tempi.
3. Devo credere a Lui senza condizioni o tentennamenti: Dio è mio Padre e mi ama. Sempre, in qualsiasi condizione mi trovi.
4. La mia occupazione principale deve essere quella di cercare innanzitutto il Regno di Dio, tutto ciò di cui ho bisogno mi verrà dato in aggiunta. Se sopra tutte le mie preoccupazioni c'è quella di vivere credendo, amando e testimoniando Dio, della mia esistenza si occuperà mio Padre.

lunedì 9 gennaio 2012

Mayannoiato

Tutte le bugie sui vaticini dei maya di Massimo Introvigne 05-01-2012

La Bussola Quotidiana ha già avuto occasione di consigliare per il 2012 ai suoi lettori – per rispondere allo sciocchezzaio che impazza secondo cui si tratterebbe dell’anno della fine del mondo – il bel libro di Riccardo Cascioli e Antonio Gaspari “2012 - Catastrofismo e fine dei tempi” (Piemme 2010). Questi antidoti sono necessari perché le sciocchezze continuano, anche su quotidiani apparentemente «seri». La storia, tutta la storia finirà il 21 dicembre 2012, si ripete, lo assicurano i Maya. Vale la pena allora di chiederci che cosa c’è – eventualmente – di vero in questa storia che sta facendo ancora una volta il giro del mondo. Per rispondere con una parola sola: nulla. Cominciamo con una risposta di buon senso, che però nei discorsi di questi giorni va completamente perduta. Ammettiamo – ma vedremo in seguito che non è così – che gli antichi Maya abbiano davvero previsto la fine del mondo per il 21 dicembre 2012. Questo ci direbbe qualcosa sui Maya, ma nulla sulla fine del mondo. La cultura e le credenze dei Maya non sono “la verità”, ed è strano che qualcuno oggi le prenda come guida infallibile. Per esempio, i Maya credevano che gli dei avessero bisogno di sacrifici umani, un elemento assolutamente centrale nella loro cultura Credevano anche che migliaia di sacrifici umani avrebbero reso i loro regni invincibili ed eterni. Non è successo: i regni Maya sono stati spazzati via dalla conquista spagnola. Elementi non secondari, anzi fondamentali della visione del mondo dei Maya si sono rivelati falsi. Inoltre, della fine del mondo nel 2012 nessuno aveva sentito parlare fino agli anni d’oro del dopo-1968 e del New Age. Antropologi accademici hanno visitato in lungo e in largo le comunità dei discendenti dei Maya in Messico e in Guatemala e non hanno trovato nessuna particolare aspettativa relativa al 2012. E si tratta di comunità che conservano moltissimi elementi della cultura Maya precolombiana. La storia della fine del mondo nel 2012 è stata sostanzialmente inventata da un teorico del New Age nato in Messico ma cittadino statunitense, José Argüelles (1939-2011), a partire dagli anni 1970 e illustrata particolarmente nel suo volume del 1987 “The Mayan Factor” (in italiano “Il fattore maya”). Argüelles – che è morto il 23 marzo 2011, così che non vedrà se nel 2012 la “sua” profezia si realizza o meno – aveva ottenuto un dottorato e tenuto corsi in varie università, ma la sua materia era la storia dell’arte, non l’archeologia o la cultura Maya. Inoltre egli ha sempre francamente dichiarato che molte sue teorie derivavano da “visioni” che aveva avuto sotto l’influsso dell’LSD. Neppure un solo specialista accademico dei Maya ha mai preso sul serio Argüelles o le sue teorie sul 2012, e “ciarlatano” non è neppure la più severa fra le molte espressioni sgradevoli che la comunità accademica ha usato nei suoi confronti. Il libro di Argüelles parte da un dato vero. Per i Maya questo mondo è iniziato a una data che può essere calcolata. Varie fonti danno diverse versioni, ma la data più diffusa corrisponde all’anno 3114 a.C. del nostro calendario. Da questa data iniziano cicli di anni chiamati b’ak’tun. Molti testi Maya parlano di venti b’ak’tun, dopo di che finirà questo mondo o ciclo. In una data che corrisponde nel nostro calendario a uno dei tre giorni fra il 21 e il 23 dicembre 2012 secondo questi testi Maya finirà il tredicesimo b’ak’tun e inizierà il quattordicesimo. Senonché la fine di un b’ak’tun per i Maya non è la fine del mondo come la intende l’Occidente cristiano. Anzi la fine di un b’ak’tun per i Maya è occasione di celebrazioni e feste. Le iscrizioni e altre fonti che parlano di avvenimenti rilevanti in occasione della fine del tredicesimo b’ak’tun, nel nostro dicembre 2012, fanno riferimento appunto a celebrazioni. Argüelles e i suoi sostenitori insistono sul Monumento 6 del sito archeologico Maya di Tortuguero, in Messico, che in corrispondenza della fine del tredicesimo b’ak’tun allude in termini peraltro confusi alla discesa di divinità e al fatto che “verrà il nero”. I commentatori accademici delle iscrizioni di Tortuguero pensano che si faccia riferimento anche qui a future cerimonie. In ogni caso, se si guarda al complesso dei testi di Tortuguero, si trovano riferimenti anche ai b’ak’tun dal quattordicesimo al ventesimo, per cui è certo che i Maya dell’epoca di questi monumenti (secolo VII d.C.) non pensavano affatto che il mondo sarebbe finito nel nostro 2012, cioè alla fine del tredicesimo b’ak’tun. E non è neppure certo che i Maya pensassero a una fine del mondo con la fine del ventesimo b’ak’tun (da cui comunque ci separa qualche millennio), perché prima del nostro mondo ce n’era stato un altro, e potrebbe dunque trattarsi della fine di un mondo e non del mondo. E rimane anche vero che delle credenze dei Maya noi abbiamo un quadro incompleto e frammentario. Non bisogna poi confondere le conoscenze astronomiche dei Maya, abbastanza avanzate, con le loro credenze religiose o magiche. Un calendario costruito sulla base di osservazioni astronomiche più o meno precise ci dice “quando” secondo un certo modo di calcolo termina un ciclo. Ma “che cosa” succede alla fine di questo ciclo non ce lo dice l’astronomia ma la religione o l’astrologia. Il problema, però, è che non è neppure certo che i Maya avessero un’astrologia. Tutto quello che si può dire è che è possibile – ma non certo – che alcuni segni trovati in diversi codici e principalmente in quello di Parigi, acquisito dalla Biblioteca Nazionale della capitale francese nel 1832 – mettano in corrispondenza animali e costellazioni, creando una sorta di zodiaco, forse con significato astrologico. Siamo dunque in presenza di una congettura sull'esistenza di tredici simboli che potrebbero formare uno zodiaco e che secondo l'interpretazione più autorevole sono: due tipi diversi di uccelli (ma è difficile identificare quali siano), uno squalo o pesce “xoc”, uno scorpione, una tartaruga, un serpente a sonagli, un serpente più grande ma non identificato quanto alla specie, uno scheletro, un pipistrello, più due animali che corrispondono a zone del codice (di Parigi) troppo danneggiate per un'identificazione certa. Dal momento che non è neppure certo che esistesse un’astrologia Maya, ogni congettura su “previsioni” collegate a questa astrologia è del tutto insensata. Ma, se si tratta di congetture insensate, perché ci sono oltre un milione di siti Internet, centinaia di libri e trasmissioni televisive quotidiane che le diffondono? Diversi studiosi accademici dei Maya, piuttosto infastiditi, hanno parlato di una pura speculazione commerciale. È servita a lanciare diversi film, alcuni dei quali dal punto di vista meramente cinematografico sono anche ben fatti e gradevoli, purché li si consideri appunto dei semplici film e non si pretenda di ricavarne profezie autentiche. Il sociologo forse può anche dire due cose in più. La prima riguarda l’enorme impatto della “popular culture” – romanzi, film, televisione – su un’opinione pubblica dove ormai è la vita a imitare l’arte e non viceversa e la fiction è considerata fonte d’informazioni sulla realtà (“Il Codice da Vinci” insegna). L’ultima puntata, del 2002, della popolarissima e storica serie televisiva X-Files annunciava l’invasione degli alieni proprio per il 21 dicembre 2012. Serie TV e film hanno una grandissima influenza su un pubblico “postmoderno”, dove i confini fra finzione e realtà si sono fatti davvero molto labili. La seconda osservazione parte da un fatto: l’idea della profezia Maya lanciata da Argüelles era parte integrante del New Age. Oggi il New Age è in crisi, ma ci sono molti che – per le più svariate ragioni – hanno interesse a rilanciarlo. La diffusione della presunta profezia sul 2012 è stata ed è una grande occasione di rilancio del New Age. Per noi cattolici l’occasione potrebbe essere buona per parlare male del New Age. Ma non solo. Papa Benedetto XVI nell’enciclica del 2007 Spe salvi lamenta che nella Chiesa non si parli abbastanza della fine del mondo, perché la prospettiva della fine della storia e del Giudizio Universale, dove i sacrifici dei buoni e la malizia dei malvagi emergeranno agli occhi di tutti e saranno definitivamente giudicati, illumina l’intera storia umana. La Chiesa, però, ha sempre condannato il millenarismo, che pretende di detenere un sapere dettagliato, che va oltre la Sacra Scrittura e l’insegnamento del Magistero, sul “come” della fine del mondo e pensa di poterne determinare anche il “quando”. La Chiesa annuncia la parola del Vangelo di Matteo (25, 13): “Non sapete né il giorno né l’ora”. E chi afferma di saperli s’inganna, e inganna chi gli presta fede.

sabato 7 gennaio 2012

Settanta milioni di amici

Settanta milioni di amici. Di cui quarantacinque milioni solo nel XX° secolo. Ma il numero aumenta di circa centosessantamila ogni anno.
Non sono i cosiddetti amici di Facebook, ma gli uomini, le donne e i bambini cristiani uccisi per la fede. I martiri, insomma. Per fare le debite proporzioni gli ebrei uccisi dai nazisti sono circa sei milioni.

Camaleonte di orientamento cristiano.
Piacevole per tutti, non sporca e non graffia
Per molti cristiani, la fede dei martiri è una cosa lontana ed estranea. Lunedì, a scuola o in ufficio, avremo la possibilità di stare tranquilli. Quando si parlerà di divorzio, del Papa, o della Presenza Eucaristica, potremo anche mimetizzarci tranquillamente, accettando le opinioni degli altri con spirito di tolleranza, fraternità e carità. Dimenticandoci pure quello che dice il catechismo. Potremo renderci simpatici, seguendo la corrente, senza sentire l'obbligo di ubbidire a Dio. Tanto sarà compito dei nostri amci in Nigeria, o in Egitto, o in tante altre parti del mondo, quello di  morire per la fede. Loro danno la vita per il Vangelo (che dice: "Chi non mi riconoscerà davanti agli uomini io non lo riconoscerò davanti al Padre mio"), noi invece potremo tenerci il nostro buon nome. Certo, a forza di tenerci il nostro buon nome l'Europa sta morendo.  E' un continente scristianizzato, senza battesimi, senza futuro, colonizzato da musulmani, atei o agnostici che la calpestano e ci piantano le loro bandiere. Ma basterà non pensarci e continuare a  occuparsi di telefonini, di euro o di calcio. Se Dio avrà bisogno di alleati per salvare il mondo se li andrà a cercare all'estero, noi qui, educati a colpi di "Repubblica" o "Famiglia Cristiana" (non cambia molto, in fondo) in nome della tolleranza e dello scansarci i guai, avremo modo di applaudire il mondo, tutto bene, senza critiche. Così potremo evitare di essere presi per integralisti. Brrr.
A proposito di applaudire e non criticare, ci sono un paio di occasioni ghiotte per chi deciderà di non sembrare intollerante:
No problem, è solo un'installazione artistica
1. Accettare tranquillamente lo spettacolo in arrivo in Italia "Sul concetto di Volto nel Figlio di Dio" di Romeo Castellucci, in cui il volto di Gesù - che giganteggia sulla scena - viene fatto bersaglio di escrementi.  Sarà tra pochi giorni a Milano, e sarebbe bene non criticare e magari trovare anche un significato artistico e spirituale, tipo che la merda è la religiosità ipocrita che offende la verità della conoscenza del vero volto di Dio (basta poco per essere democratici...).
2. Appendere in ufficio il calendario spagnolo nel quale l'attrice Paz Vega è stata fotografta nuda in chiesa. Perchè impedire che una chiesa (che  in fondo è solo un edificio, l'importante sono i fratelli che ci si incontrano) sia usata come location per la valorizzazione del corpo, che è creatura di Dio?
Con poco sforzo e un briciolo di vigliaccheria sarà quindi facile lunedì essere cristiani adulti, tolleranti, progressisti, benvoluti da qualche prete in borghese, simpatici e accolti nelle parrocchie che contano.
O forse, saremo disposti a vivere un briciolo di martirio quotidiano, quello della coerenza e della testimonianza?

martedì 3 gennaio 2012

I Segni e il Segno


In questi giorni molti consultano oroscopi e previsioni, ascoltando le parole dei maghi e degli astrologi. Cercano conforto e luce su un futuro che fa paura, nel tentativo di vincere la sfida dell'ansia e della nostalgia del passato.

In hoc signo vinces
I cristiani non hanno bisogno dei segni zodiacali. Hanno un solo segno, che conforta e dà certezza della salvezza: il  Segno della Croce, sigillo dell'amore di Dio, vincolo di alleanza eterna, benedizione perenne.
"In hoc signo vinces", "Con questo segno vincerai", vide scritto l'Imperatore Costantino prima della vittoriosa battaglia di Ponte Milvio contro Massenzio. E anche noi vinceremo, ogni prova del futuro, ogni tentazione di scoraggiamento, ogni invito alla divisione. Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.