giovedì 27 dicembre 2012

Le grazie che non chiediamo


A Rue du Bac, a Parigi, La Madonna spiegò a Caterina Labourè che ci sono moltissime grazie che Lei è pronta a donare agli uomini se solo le chiedessero. Molto spesso quando ci rivolgiamo alla Vergine per implorare il suo aiuto è quasi sempre per le solite richieste: guarigioni fisiche, l'aiuto nelle difficoltà economiche, trovare un lavoro, ecc. Facciamo benissimo, Maria è una madre, anzi è la nostra Madre, e come ogni mamma si preoccupa di ogni bisogno dei suoi figli. Però occorre andare più in là e imparare a chiedere anche altro: la conversione, l'unità familiare, la protezione dei figli. Ma si può scendere ancora di più nella profondità della vita spirituale. Ci sono doni che possiamo e dobbiamo chiedere per arricchire ulteriormente la nostra vita, e che Maria ci può ottenere dal Padre. Doni che colmano i nostri bisogni e che guariscono le ferite della nostra fragilità. E allora si può chiedere alla Madre la grazia di avere la conoscenza e il dolore per i peccati commessi, la grazia della perseveranza nella preghiera, la grazia di saper portare una particolare croce, la grazia di morire nella speranza, la grazia di capire il nostro posto nella Chiesa, la grazia di correggere un aspetto del carattere, e così via. 


La medaglia di Rue du Bac
Non dobbiamo commettere l'errore di venerare Maria e poi tenerla fuori da qualche piega della nostra vita. Se abbiamo fiducia nel Padre, che ci ha donato la Madonna come Mediatrice di tutte le grazie, allora a questa Madre dobbiamo affidare tutto della nostra esistenza, i fiori ma anche ogni singola foglia e ogni spina del nostro giardino. Chiediamo tutto, chiediamo senza vergogna, chiediamo senza sosta, chiediamo con lo sguardo sempre rivolto alla Vergine Madre di Dio.



Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

lunedì 24 dicembre 2012

Buon Natale


 AUGURI!

La Vergine Maria possa donare Gesù ad ogni famiglia del mondo, ed effondere grazie di conversione e pace.

Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.


mercoledì 12 dicembre 2012

Il Natale che vogliamo

Il Natale che vogliamo è Cristo Gesù. Il Padre - che una volta per sempre  ci ha donato il Figlio per la nostra salvezza - non smette mai di ridonarcelo nei sacramenti, per farci attingere sempre all'Acqua della Vita.
Gesù è il Natale che viene, ma che già agisce nella storia, è la nascita che aspettiamo, e nello stesso tempo l'Avvenimento operante. 
Senza il Natale, gli uomini sarebbero ombre sotto un cielo di morte, consumati dal peccato e flagellati dall'assenza di speranza e di futuro. Senza il Natale non conoscerebbero il volto  del Padre. Senza il Dono, non avrebbe senso scambiarsi i doni e sorridere.
Il Natale che vogliamo non è l'uscita dalla crisi, non è il buonismo e le luci accese. Il Natale che desideriamo non sono i cartoncini colorati e l'offerta ai poveri. Noi vogliamo Gesù, il solo cibo a cui aspiriamo perché il solo che ci può nutrire. Noi possiamo rinunciare a tutto, perché crediamo a Colui che ha detto: "Venite  a Me voi che siete stanchi ed affaticati ed io vi ristorerò".
Se vogliamo che questo Natale non passi nel vuoto e nella tristezza, chiediamo a Maria, Lei che perfettamente attende, di preparare il nostro cuore alla venuta di Gesù, di scuoterci dal nostro sonno, di ardere di desiderio del Figlio di Dio. Gesù è in grado di trasformarci e di guarirci da tutte le nostre ferite, preghiamo con fede e con più fede amiamo.

Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

martedì 4 dicembre 2012

Grazie a Dio abbiamo un Papa


Uno dei vantaggi più grandi che hanno i cristiani è avere il Papa. Perché in un mondo sbandato e terribilmente disorientato, in cui chiunque - anche all'interno della Chiesa - si sente in dovere di dire la sua, di condannare, di promuovere, d'inveire, di corteggiare, di profetare, di tirare la giacchetta a Dio per portarselo dalla propria parte, in un mondo così avere un Papa è incredibilmente bello. 

Dio, sapendo che gli imperatori sarebbero passati, così come i re, i presidenti, e con loro le loro bandiere, ci ha dato un piccolo servo vestito di bianco, rappresentante in terra di Gesù, assistito dallo Spirito Santo, intorno al quale stringersi con fiducia, sicuri di non perdere la bussola (e la testa), certi di stare sulla barca buona, l'unica che non andrà a picco, l'unica in grado di traghettarci sull'altra riva. 






Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.