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La chiesa dei segni |
Va molto di moda negli ambienti cristiani l'uso dei "segni", dei "gesti". Soprattutto nelle catechesi giovanili, nei corsi di preparazione ai sacramenti, nei campi scuola, c'è sempre qualcuno, spesso un catechista o una suora, che propone di utilizzarli. E che che cosa sarebbero questi segni e gesti? Azioni, piccoli oggetti, un sasso, un cartellone, della sabbia colorata, un pane, una candelina, un abbraccio... Qualsiasi cosa l'umana fantasia sia in grado di partorire per rappresentare qualsiasi cosa l'umana fantasia ami provare. Il segno fa parte dello strumentario indispensabile della religione senza contenuto, ridotta a sola scatola emozionale esterna, fatta di sentimenti, lacrime, sorrisi, battimani, e priva dell'essenziale, cioè del culto divino.
Nella Chiesa i segni ci sono, si chiamano Sacramenti, ma sono segni efficaci della Grazia, cioè azioni rituali che rendono visibile un contenuto salvifico reale, non emozionale o sensibilmente desiderabile. Cioè
il Sacramento non è uno sterile tentativo di lavaggio del cervello, ma un sicuro lavaggio dell'anima. Se al Sacramento si sotituisce, invece, il gesto, si umilia la Grazia per un risultato puramente emotivo e perciò transitorio e superficiale.
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La Chiesa dei Sacramenti |
Dice: "
Ma spesso è difficile avvicinare i giovani e i bambini ai sacramenti, mentre si possono attrarre con i gesti". Naturalmente, se i sacramenti fossero solo gesti tra i gesti e l'obiettivo fosse attrarre i giovani ed amozionarli. Ma i Sacramenti sono i luoghi dello Spirito Santo, in cui Egli opera con pienezza e trasforma il peccatore in santo. E l'obiettivo della pastorale è convertire e fare cristiani. Corteggiare le persone con i gesti e i segni vuol dire pretendere di fare un'educazione alimentare a dei bambini inappetenti utilizzando caramelle e cioccolatini.
I bambini vi saranno grati, fichè non capiranno - quando ormai è tardi - che avete fatto il loro male.
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