Noi saremo giudicati sulle nostre opere di misericordia. Sul bene che avremo fatto agli altri, vedendo nel nostro prossimo Cristo stesso. Saremo giudicati per il cibo che avremo dato, per i corpi che avremo dissetato, per la consolazione che avremo donato ai malati e ai carcerati.
Perchè tanta importanza a questi gesti, se la vita che conta è quella eterna in Paradiso, e non questa che stiamo vivendo? Perchè essere giudicati sui gesti di bontà corporali verso chi ha bisogno, se il vero bene è la salvezza dell'anima?
Forse perchè la salvezza dell'anima è opera di Dio, ma la consolazione dei corpi è alla nostra portata. Forse perchè, come Gesù è l'immagine visibile di Dio e con la sua visibile morte in croce esprime la Misericordia e l'Amore del Padre per noi, così i nostri gesti di carità sono la rappresentazione visibile dello stesso amore che salva le anime e apre le porte dell'eternità.
Dio non disprezza il mondo da Lui creato. E nel mondo devono essere rispecchiate in modo comprensibile e tangibile le realtà invisibili. L'amore di Dio si manifesta visibilmente in Cristo. Ma anche nelle nostre forme quotidiane di carità, che oggettivamente hanno un valore relativo, ma che - se operate in nome e in unione a Cristo - assumono un significato che va ben oltre la loro dimensione concreta.
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Don Marco Rocci, esempio di carità concreta tra gli emarginati di Roma |
Le organizzazioni di beneficenza hanno dei meriti umani, ma il bene è vero bene solo se ha il sigillo della Croce e il volto
della Sindone. Forse per questo le opere di carità più meritorie e più durature nei secoli sono state sempre quelle della Chiesa Cattolica e dei suoi Santi.
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