sabato 3 dicembre 2011

La Bellezza a cui tutti siamo chiamati

Dio è la bellezza assoluta che irradia della sua luce l'universo intero. Il culto reso a Dio deve riflettere questa luce per distribuirla al mondo e alle anime. L'architettura sacra, la musica sacra, la sacra liturgia, tutto deve essere impregnato di bellezza, armonia, ordine, luce. Un sacerdote è tanto più incisivo e "ministro" quanto più nei suoi gesti e nelle sue parole mette in ombra se stesso per lasciar emergere la bellezza eterna.
Talvolta l'errore che viene fatto è piegare la liturgia ai gusti e alla sensibilità del momento. Ma la liturgia è invece una scuola di bellezza nella quale i fedeli vengono educati all'incontro con Dio.
In quest'ottica occorre ricordare che l'artista sacro, colui che progetta una chiesa, realizza un affresco, compone, esegue o canta una musica liturgica,  è innanzitutto un uomo di fede e di fedeltà, che vive nel suo cuore  quello che poi realizzerà con le sue mani.




Nella Chiesa si deve riscoprire la responsabilità della conservazione, della trasmissione e della espressione della Bellezza come elemento fondamentale dell'evangelizzazione.


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