domenica 4 novembre 2012

La felicità cristiana

Sempre disponibile al sorriso
 La felicità per i cristiani è qualcosa di particolare e unico. Non è l'allegro benessere che ogni tanto si manifesta nella vita delle persone in seguito ad una bella esperienza o a qualche notizia piacevole. Non è nemmeno il divertimento che smuove l'emotività quando si ride in compagnia. La felicità cristiana non è il completo stato di beatitudine, che sarà sperimentato pienamente solo in Paradiso. Certo, tutte queste forme di gioia, in un modo o nell'altro, sono anche esperienza dei cristiani in quanto persone che reagiscono come chiunque altra ai normali alti e bassi della vita, ma non basta. 
La felicità dei cristiani è qualcosa di inimitabile, perchè inimitabili ne sono le cause. Il credente è felice perchè lo sguardo di Dio non lo abbandona mai; perchè Gesù, il Figlio di Dio, è morto in Croce per dargli la vita. Il credente è felice perchè nessuna potenza  sarà mai abbastanza forte da strapparlo dall'amore di Dio, se lui non vuole. Il credente è felice perchè relativizza tutto e perchè tutto è finalizzato al bene; perchè il sole è bello e la pioggia disseta la terra. Il credente è felice perchè combatte una guerra che è già vinta in Cristo. Ecco perchè un cristiano sempre triste, eccessivamente ascetico, musone, o che si prende troppo sul serio, è un cristiano che dovrebbe andare a scuola di buon umore, magari da un maestro come Chesterton, lo scrittore di "La serietà non è una virtù".


Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

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