Molti cristiani vanno a Messa, dicono qualche decina del Rosario, si confessano, per una sorta di "contabilità della salvezza"; si mettono a posto la coscienza, e probabilmente sì, andranno in Paradiso, ma la loro vita sarà un Purgatorio. Perchè ridurre Dio ad un ragioniere e praticare una fede con il pallottoliere in mano è quanto di più triste e frustrante possa esserci, una visione miserevole e fuorviante di un Dio che tutto è meno che un contabile.
Tanti peccatori, bestemmiatori, prostitute e anticlericali sono stati sconvolti per l'irruzione di Dio nella loro vita, e si sono convertiti e tutto è cambiato. E, come dice il Vangelo, si fa più festa per un peccatore convertito che per novantanove giusti. Ma certo, chi ha peccato fortemente ed è stato perdonato fortemente, amerà altrettanto fortemente, e non si perderà a contare le preghiere, come gli insonni contano le pecore per dormire.
Gesù è venuto a portare il fuoco sulla terra, e il fuoco brucia innanzitutto il peccato, ma deve bruciare anche gli scrupoli e le contabilità farisaiche di chi riduce la salvezza al rispetto del sabato e all'osservanza della legge. I dieci comandamenti si riassumono nei due comandi dell'amore, verso il prossimo e verso Dio. E i due comandi dell'amore si riassumono in Cristo, che è la nuova ed eterna Legge, la legge del Sangie versato per la nostra salvezza.

La Misericordia del Padre copre i nostri peccati, se siamo pentiti, e li cancella dalla faccia della storia se li confessiamo chiedendo perdono. Vivere tra le braccia del Padre vuol dire capire che siamo amati ogni oltre limite e immaginazione. Nulla ci può strappare da questo amore se noi non lo vogliamo, commettendo volontariamente peccato e rifiutando la salvezza.
Andare a Messa, pregare, praticare la carità, assumono pieno significato solo nell'ottica della risposta a questo amore del Padre, altrimenti si riducono a uno sterile formalismo, che magari ci fa rispettare la norma, ma non ci permette di volare.